La chiave d`accesso alla sessualità non si trova negli
ormoni, ma nel cervello. A dirlo è il risultato di una ricerca condotta
dall`Università della California del Sud (USC) e dall`Università di Yale a
seguito di un`indagine sulla vita sessuale delle donne sopravvissute al tumore
all`utero, a causa del quale avevano subito l`asportazione chirurgica degli
organi riproduttivi.
La rimozione delle ovaie, secondo quanto riportato nel
numero di luglio del “Journal of Women`s Health”, tende a determinare la
riduzione della circolazione del testosterone, ormone fondamentale nella
sessualità (sia maschile che femminile). Anche la stessa procedura
dell`isterectomia (che consiste nell`asportazione dell`utero) produce effetti
dannosi sull`immagine che le donne hanno di sé. E dunque sulla loro qualità
della vita, inclusa l`attività sessuale. Nello specifico, però, lo studio, che
ha visto coinvolto un campione di 179 donne tra i 29 e i 69 anni nel periodo
successivo (dai sei ai ventotto anni) alla diagnosi del cancro, dimostra il
contrario.
È emerso infatti come le donne che hanno subito la rimozione
delle ovaie manifestano soddisfazione sessuale anche in assenza degli ormoni
sessuali fondamentali. Otto su dieci sono sessualmente attive. Più dell`80% ha
affermato di avere desideri sessuali “qualche volta”, “quasi sempre” o
“sempre”. Nelle donne che hanno subito l`intervento di isterectomia, inoltre,
non è stato registrato alcun calo del desiderio rispetto alle donne che non lo hanno
subito. “Questo mette in evidenza – commenta Howard Greenwald, professore della
USC – l`importanza dei componenti non ormonali nella sfera sessuale. L`elemento
chiave della sessualità non va cercato tanto nella biologia quanto nella
psicologia”.